Trasparente

Mi sono trovata per caso a passeggiare
in città
un po’ distante dai palazzi di vetro e dai giardini in fiore.

Ho scoperto dei cunicoli nascosti e silenziosi
avvolti da garze sottili e panni morbidi di cotone.

Mi sono fermata.

Ho sollevato delicatamente i primi strati
perchè ero curiosa.

Chissà se potevo.

Il viso di una ragazza
impolverato dalla sabbia e dall’ombra.

Le ho pulito la fronte
lentamente si è alzata.

Mi ha dato la mano
un abbraccio
e poi le spalle.

Chissà da quanto tempo voleva.

* I. è costretta ad abbandonare il suo alloggio in affitto e viene accolta da una famiglia di amici. Queste persone rivelano ben presto un comportamento ambiguo, privando la donna dei suoi averi e dei documenti. Arrivata ad un punto limite, decide di fuggire e di chiedere aiuto al fratello, il quale le suggerisce di recarsi in una struttura per senza fissa dimora. I. è molto spaventata, ma si presenta ugualmente in dormitorio. È qui che scopre di risultare invisibile nelle liste comunali della Città di Torino. Inizia la sua esperienza in strada, cercando di risolvere la sua situazione burocratica. Le verranno regalati vestiti dal personale del dormitorio, in particolare una giacca e un unico paio di espadrillas. Un giorno d’ inverno, in cui ha un appuntamento per recuperare i propri documenti, si rende conto di avere i piedi talmente gonfi da non riuscire quasi più a deambulare. I. si vergogna, desidererebbe mostrarsi dignitosa in un’occasione così importante. Chiede aiuto al fratello una seconda volta: l’uomo le dona un paio di scarpe che le permettono di camminare e raggiungere l’ufficio in altre condizioni.